Modena 24 Marzo 2011
Il saluto del presidente Castignetti della Fondazione San Filippo Neri,
Buona sera a tutti, Vi ringrazio della presenza e della partecipazione a questa iniziativa per noi cosi importante, un grazie particolare alla Provincia di Modena per la gradita ospitalità che ci permette di festeggiare insieme un impegno lungo 200 anni in una tradizione di solidarietà che rinnoviamo ogni giorno.
Grazie anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per il contributo che ha permesso la pubblicazione del volume nella sua completezza, a Giuliano Muzzioli, ai curatori Cristina Monari che oltre alla stesura del volume ne ha coordinato con professionalità e dedizione la pubblicazione e Andrea Giuntini..
Un ringraziamento particolare anche agli altri autori dei capitoli del nostro volume: Paolo Ferrari, che è stato il mio predecessore alla presidenza del San Filippo Neri per 10 anni, a Francesca Piccinini e Paola Romagnoli, Laura Cristina Niero e Giuseppe Bertoni. E non da ultime, alla nostra direttrice Cristina Cavani e alla responsabile amministrativa Nunzia Duraturo per la passione e la professionalità dimostrate nell’organizzare questo momento.
“State buoni ….. se potete” questa sera viene presentato come documento storico, come rievocazione e come esempio di vita di tante migliaia e migliaia di giovani della nostra Provincia.
E grazie anche al contributo e alla volontà di quanti hanno creduto e condiviso in questi lunghi anni gli scopi del nostro Istituto aiutandolo a trasformarsi nel corso del tempo per adattarsi ai fondamentali cambiamenti storici, culturali, politici e sociali che hanno segnato i nostri territori attraverso il ruolo che ricopriamo e che ci ricorda quali sono i valori cardine a cui la nostra attività risponde: l’educazione, la formazione, la cultura e la crescita dei nostri ragazzi.
STATE BUONI …….. SE POTETE: il titolo prende spunto dalla frase che usava sempre San Filippo Neri nel 16° secolo, quando esortava i suoi ragazzi a stare tranquilli, un titolo che racchiude in sé significati molteplici e profondi, che ognuno può interpretare in modo diverso, ma che io leggo come un auspicio affinché il percorso di crescita dei nostri ragazzi possa avvenire nel modo più tranquillo ed educato possibile attraverso un piano formativo lineare, condiviso, esemplare, pur nella consapevolezza – ecco perché diciamo “SE POTETE” – della realtà, delle difficoltà e dei cambiamenti che loro malgrado hanno vissuto e vivono tuttora i nostri ragazzi.
Il titolo riunisce appunto questi due aspetti: il desiderio della crescita e la consapevolezza delle difficoltà che l’accompagna; è un inno alla speranza nel timore recondito della realtà degli eventi, quasi a voler unire l’esortazione alla speranza in una contrapposizione realistica e pragmatica dell’oggettività.
I capitoli che seguono fanno rivivere il San Filippo Neri attraverso percorsi che illustrano la storia dell’Istituto e i suoi valori artistici, esempi di vita quotidiana dei ragazzi e dei loro formatori, con esperienze dirette tramandate dalle loro stesse parole, in un susseguirsi di immagini e documenti.
Il nostro però non è un punto d’arrivo, ma piuttosto una nuova partenza; nuove sfide ci attendono e sarà di fondamentale importanza il sapersi rinnovare nella continuità e nell’adattamento ai mutevoli momenti sociali. La nostra meta deve essere un nuovo modo di concepire i bisogni, i mutamenti del mondo giovanile, per adattarci a nuove esigenze nel modo di lavorare, consapevoli dell’importanza che ogni giorno che trascorriamo con i nostri ragazzi è un giorno pieno di responsabilità ma anche di tante soddisfazioni.
Occorre tenere sempre presente la consapevolezza che la formazione, oggi più che mai, è un elemento irrinunciabile di uno Stato Democratico, costituisce una delle principali forze motrici della nostra società, costituisce il futuro sociale ed economico dei nostri territori, per creare benessere alle famiglie e alla comunità.
Oggi è un giorno importante anche per coloro che hanno vissuto parte della loro vita tra le mura del San Filippo Neri, sia come studenti che come addetti, perché insieme hanno contribuito a fortificare, mattone su mattone, giorno dopo giorno la nostra storia, i nostri ricordi, la nostra vita, iniziata tra le fantasie dei tanti progetti e dei sogni che solo un giovane riesce a immaginare con la complicità dell’ottimismo e dalla propensione alla creatività.
Il volume, tra le altre cose, racconta la storia dell’Istituto che nasce nel lontano 1810 come Congregazione, con la missione di promuovere la cultura spirituale e professionale dei giovani adolescenti. Dopo varie trasformazioni, nel 2008 diviene Fondazione per decreto del Presidente della Giunta Regionale. Attualmente Il complesso è formato dalla Casa Convitto aperta a studenti e studentesse che frequentano scuole medie superiori in provincia di Modena, da un Ostello Internazionale, da una residenza universitaria gestita da Ergò e da parte di una scuola superiore cittadina.
Oltre alla Casa Convitto la Fondazione gestisce un centro educativo che mette a disposizione la sua specializzazione in servizi formativi per la ricerca sulle metodologie educative e attività come l’applicazione del metodo Feuerstein in ambito scolastico, la consulenza pedagogica e la realizzazione di conferenze e seminari tematici.
Tralascio tante notizie e testimonianze storiche perché verranno riprese in veste professionale e circostanziata dai relatori e curatori del volume che dopo Vi illustreranno il loro encomiabile lavoro.
Per volgere uno sguardo al futuro stiamo prendendo in considerazione dei piani di ristrutturazione in previsione di progetti educativi che coinvolgano il mondo dei giovani e della scuola con la partecipazione non solo dell’Istituto, ma aperti alle attività culturali della città e della provincia.
Per concludere, visto il luogo in cui ci troviamo, vorrei rivolgere un invito alle istituzioni, perché riservino maggiore attenzione al mondo della scuola e della formazione, con più energie e progetti dedicati ai giovani, per aiutarli a crearsi un futuro diverso e più sostenibile di quello che oggi offriamo loro attraverso restrizioni e tagli, attraverso un mondo del lavoro con contratti penalizzanti e assurdi per un paese occidentale, democratico e civile.
E’ solo attraverso l’investimento nella formazione, nella tecnologia, nella ricerca, nella professionalità di ragazzi che credono e sperano nel loro futuro che possiamo uscire prima dalla crisi economica, creando le basi di una fiducia creativa attraverso un dualistico rapporto di collaborazione, fatto di umiltà, ma anche di amore per noi e per il nostro paese di cui in questi giorni festeggiamo il centocinquantesimo.
Grazie ancora a tutti per essere qui con noi oggi, in una ricorrenza che ci è cara e importante.
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